Vapore nell'inverno 1939
da “Maestri e Musi neri - Vite da ferrovieri” di Roberto Mattioni

Rara foto della 685-096, sorella della 104 di cui si parla,
prima serie costruite nel 1918.
“Buon giorno capo”…. e aggiungo il numero del treno che devo
effettuare.
Il capo deposito alza gli occhi dai grandi fogli
di servizio e fa cenno al chiamatore, il quale mi consegna il mazzo
di chiavi. La lucida targhetta di ottone riporta i numeri 685 – 104.
Sono lieto di leggere quel numero, è una delle migliori locomotive
del deposito di Bologna e non mi farà certo tribolare durante il
viaggio.
E’ veloce e generosa, mantiene bene la pressione di 12 atmosfere in
caldaia e consuma poca acqua.
Il grande orologio del deposito segna le tre e trenta di notte…..di
una fredda notte d’inverno....
Il mio treno parte alle 5,00 e ho tutto il tempo per preparare a
dovere la macchina.
Nel buio piazzale chiamo l’accenditore che è al riparo dal freddo
nella sua garitta affumicata dalla stufetta a carbone. Anche lui è
nero come le pareti di quel bugigattolo dall’aria irrespirabile….
La 104…? ….Al 7° binario, risponde assonnato.... ho già levato le
scorie....
Camminando intravedo la sagoma imponente della 685, odo il borbottio
del
vapore che esce dalle valvole degli iniettori con lievi volute
bianche e il caratteristico odore del carbone e dell’olio
entra nelle mie narici.
Ci siamo! Salgo la scaletta di ferro e
apro
il boccaporto del forno per avere un po’ di chiarore in cabina. Con le
chiavi di servizio apro i lucchetti delle cassette degli attrezzi e
sciolgo la lunga catena che ferma la pala e i ferri da fuoco.
Mi chino per guardare nel cielo del forno i due tappi di sicurezza
della caldaia: devono essere assolutamente integri! Anche la piastra
tubiera non deve avere alcuna traccia di perdite d’acqua. Il voltino
è a posto….tutto va bene, posso iniziare il mio lavoro!
Vado al vicino magazzino per prelevare l’olio lubrificante, l’olio
lampante, petrolio e cascame, nella misurata quantità che spetta per
ogni viaggio. Fa molto freddo e devo mettere i recipienti dell’olio
ad intiepidire in cabina, sopra la caldaia.
Ed eccomi pronto per la prima
operazione di una certa importanza. Devo “aprire il fuoco”, spargere
cioè su tutta la griglia, quel carbone acceso che ora è ammucchiato
in fondo al forno sotto la piastra tubiera, quello che in gergo è
chiamato il fuoco "di stazionamento".
Non è un’operazione difficile, ma occorre una certa “praticaccia”.
Se non si agisce con destrezza, i carboni tendono a spegnersi e
sarebbe un vero guaio perché l’improvviso raffreddamento del forno
che ne conseguirebbe, causa perdite d’acqua ai giunti della piastra
tubiera.
Prima con la raschietta, poi con l’apposito gancio da fuoco,
spargo il carbone acceso e con alcune palate di carbone fresco
steso a pioggia, ravvivo il fuoco che da questo momento
devo accudire attentamente.
Lo strato acceso deve a poco a poco aumentare di modo che salga
la pressione in caldaia e al momento della partenza raggiunga
il massimo delle 12 atmosfere. Devo però fare anche altre operazioni,
con la successione che la pratica e l’esperienza mi hanno insegnato.
L’olio che avevo messo sopra la caldaia, nel frattempo si è già
intiepidito e con questo, devo lubrificare la pompa dell’aria.
Fatto questo, con la fiaccola a petrolio, l’apposita chiave dal
grande esagono ed il
bidoncino dell’olio speciale caldo, mi porto sul praticabile a lato
della caldaia. Qui si trova la pompa Westinghouse che fornisce
l’aria compressa per i serbatoi del freno della locomotiva e
di tutti i vagoni del treno. Comincio da qui.
Proseguo poi con l’attenta lubrificazione degli assi di tutte le
ruote, delle bielle, delle slitte e teste a croce, nessun organo
deve essere dimenticato!
Ho finito.... Ruoto quindi il volantino che manda il vapore
alla pompa. Dopo un avvio incerto, prende a pulsare regolarmente
assai rapida, poi sempre più lenta a mano a mano che nei serbatoi
si raggiunge la pressione dovuta....
Tra poco arriverà il macchinista ed io sono già in cabina pronto a
prendergli la valigetta e la borsa coi lenzuoli arrotolati, in modo
che possa meglio salire sulla scaletta, dopo essersi accertato che le
colonnette di ferro siano state ben pulite da tracce d’olio e polvere
di carbone. Queste regole non sono scritte su un manuale, ma nessun
fuochista oserebbe non attenervisi, anche per il dovuto rispetto al
"suo" superiore!
Dopo il mio “buon giorno maestro”, so già quali saranno le sue
parole, infatti mi chiede: "Tutto a posto?" Espongo brevemente
tutto ciò che è stato fatto e quanto mi resta da fare. Annuisce e
accende la fiaccola che gli ho preparato. Col martelletto e
la sua "pipetta" dell’olio, si appresta alla visita della locomotiva.
Deve controllare che i biellismi, i cuscinetti, i bulloni siano
ben stretti, le zeppe a posto, che non manchi nessuna coppiglia e
che i cerchioni delle ruote, battuti col martelletto non denuncino,
al suo orecchio esercitato, il benché minimo sintomo di anomalia o "cricca".
Io intanto procedo col mio lavoro e preparo i fanali a petrolio della
locomotiva e della coda del treno, dei lunotti ad olio della cabina
e controllato il fuoco, metto qualche “palata” in forno. Bagno poi il
carbone per
ridurre la polvere ed aumentarne il rendimento nel forno e
spezzo i grossi blocchi con la mazzetta in modo uniforme
onde avere una migliore resa.
Meno carbone si consuma, più alto è il premio di economia
che ci spetta e coi tempi che corrono…. Ottenere l’ambito premio,
dipende in parte dalla capacità del fuochista e molto dall’abilità
del macchinista. Il "Maestro" deve condurre bene la locomotiva, operare
al meglio col regolatore e la leva della distribuzione vapore ai cilindri,
sfruttare al
massimo l’andamento altimetrico della linea e mantenere sempre la macchina
nella migliore efficienza.
Se capita che, per sfortuna o
errore umano, la macchina si guasta, rimane ferma in officina mentre
la coppia a cui è assegnata, oltre alle probabili multe o peggio
sospensioni dal servizio (nei casi più gravi di colpa), rimane
comunque a terra in attesa, con paga ridotta
... e questo è un vero disastro…..
Mentre penso e mi auguro non succeda mai, mi accorgo che il
macchinista ha ormai terminato la
visita alla macchina. Nel frattempo anch'io ho pulito, con cascame
unto d’olio, tutta la caldaia che ora è di un bel nero lucente.
Nelle deboli luci del deposito, sembra già risplendere come nuova…..
Anche la cabina è lucida, i manometri in ottone splendono….
tutto è pronto…….
Un’occhiata d’intesa, un breve fischio, un colpo leggero col
palmo della mano sotto la lunga leva del regolatore e la "nostra" 104
avanza lentamente tra dense nubi di vapore bianco che escono sibilando
dagli scarichi dei cilindri!
Una fila di vetture ci attende sotto la tettoia della stazione.
Provo a contarle e mi sembrano tante... forse il buio mi inganna.....
Il manovratore, con l’inseparabile lanterna sotto il braccio,
con un balzo è già sul predellino del tender e ci fa strada fino
all’appoggio dei respingenti della prima vettura.
Attacca il tenditore al gancio di trazione del tender e collega i
tubi del freno. La pompa Westinghouse aumenta subito il ritmo: deve
riempire di aria a 5 atmosfere tutta la condotta del treno.
Nel frattempo il verificatore, con la lanterna ad acetilene dalla
luce bianchissima e il lungo martello in mano, si avvicina alla
cabina e chiede: ..."Maestro” pronti per la prova freni...?
Tutto è in ordine e la bella e lucida locomotiva sembra
respirare tranquilla in attesa della corsa. E’ superba ed
indifferente agli sguardi curiosi dei viaggiatori....
Alimento il forno senza contare le palate. Il battere deciso della
pala sul boccaporto ritma il lavoro…. Il fuoco è incandescente,
quasi bianco e il carbone vola nel punto giusto. La soffiante è
inutile ormai ...le valvole di
sicurezza fremono, ma devo stare attento a non farle scattare,
rischierei la multa.... L’indice del manometro del vapore è fermo
sulle 12
atmosfere, la caldaia è al massimo della pressione!
Con un fischio acuto, mostrando la paletta verde, il capostazione
da l’ordine di partenza. Il macchinista, dopo una veloce occhiata
al segnale, anche lui verde, alza decisamente la leva del regolatore.
La locomotiva obbediente, esprime tutto il suo sforzo per mettersi
in movimento e dopo i primi forti e radi colpi di scappamento,
aumenta lentamente la velocità. E inizia l’avventura!
Devo mantenere la pressione in caldaia sempre al massimo e il
livello dell’acqua al giusto livello. Coi direttissimi non si scherza….
Il macchinista pensa all’orario, ai segnali, agli incroci e alle fermate.
Quasi impossibile parlare tra noi in corsa, col rumore assordante
di una macchina di oltre 110 tonnellate che corre a circa 120
chilometri
all’ora... il sibilo dell'aria, del vapore dei 4 cilindri,
dello scappamento velocissimo, quasi in
sincronia col continuo martellare dei giunti…..!
Ma è anche inutile....pochi cenni, un’occhiata sono
sufficienti per intendersi. L’intesa e l’affiatamento tra macchinista
e fuochista devono essere perfette, accordo e tempismo sono basilari
e assieme devono formare una simbiosi ideale con la macchina, onde
sfruttarne appieno la prodigiosa potenza…..
1250 cavalli ma forse qualcosa in più, come forse qualcosa in più
erano i chilometri oltre i fatidici 120 previsti.….Ho sempre pensato
che fosse la migliore…. Questa 685 volava letteralmente! Stazioni,
segnali, passaggi a livello, case, alberi si susseguivano risucchiati
immediatamente all’indietro....
ogni particolare della linea era impresso nella nostra memoria
come un film visto mille volte…..Ognuno con un significato ben
preciso: questa curva avverte che si avvicina il segnale oppure un
ponte, questa cantoniera ricorda l’approssimarsi della stazione...
Riferimenti preziosi quando si deve correre sicuri anche con la
nebbia fitta!
Mentre guardo dalla vedetta, ascolto con
intimo piacere i colpi di scappamento che si susseguono rapidissimi,
uguali tra loro e ben scanditi, con perfetto sincronismo.
Questa è la voce possente della nostra locomotiva e so che
il “maestro”, appoggiato alla sua vedetta, ascolta soddisfatto.
Parla poco, è un po' burbero, ma è un vero "mago"...su di lui
ci puoi contare.... sempre....
La centratura perfetta della distribuzione dei 4 cilindri, è opera sua
e ne va
giustamente orgoglioso! ...Non come quel “maestro” la cui macchina
zoppicava penosamente l'altro giorno e che divenne bersaglio del sarcasmo
dei colleghi…..
Ora mi fa cenno di non alimentare più il fuoco, siamo prossimi
all’ultima stazione e siamo ormai giunti al termine della veloce corsa….
Con forte sibilo d’aria compressa, tra lo stridore dei ceppi
che stringono le ruote, la frenatura arresta dolcemente il treno,
nel punto previsto. Tutto è andato nel migliore dei modi e siamo
soddisfatti per aver condotto in perfetto orario il direttissimo....
In attesa che la marmotta si disponga a via libera per il deposito,
inizio le operazioni necessarie allo stazionamento della macchina.
Col lungo gancio da fuoco tolgo le scorie che si sono formate sulle
griglie e che impediscono il passaggio dell’aria per la migliore
combustione del carbone che sotto la piastra tubolare deve
mantenersi ben vivo. Il macchinista, sceso dalla cabina, procede ad
una attenta visita
per accertarsi che tutto sia a posto e che nessun organo abbia
subito “surriscaldi” anormali.
Ecco, la marmotta si è girata e ci avviamo lentamente al deposito.
Prendiamo il binario della carbonaia e sostiamo sotto al montacarichi. I carrellini decauville, colmi di carbone, salgono lentamente sulla tramoggia per rovesciarsi poi sul tender con un rumore assordante e un polverone nero che avvolge tutto!
Per colmare il vuoto occorrono 6 carrelli, 30 quintali in tutto!
30 quintali spalati in poco tempo dal tender al forno della 685, nella
corsa veloce contro il tempo...!
L’accudiente è all’opera per pulire il ceneratoio. Salito sul
praticabile davanti alla locomotiva, apre il portellone della camera
a fumo per togliere con una lunga pala il ceneraccio che si è
accumulato alla base della colonna di scarico dei cilindri.
Poi, con la lancia a vapore, manda il forte getto dentro la tubiera,
sollevando un’incredibile nuvola di fuliggine che lo avvolge
completamente e per diversi minuti…!
Ultima sosta alla colonna
dell’acqua per riempire il tender e ci avviamo sul binario
di stazionamento.
Ultime palate al fuoco che poi copro in parte con
ceneraccio bagnato, affinché si consumi il più lentamente possibile
e mantenga una bassa pressione, attorno alle 4/5 atmosfere.
Non mi resta che dare una pulita alla caldaia, ai corrimano e
togliere gli stoppini dalle vaschette di lubrificazione per
non sprecare l’olio durante la sosta...., che diamine!
Anche per l’olio c’è un premio di economia, non vorrei perderlo…..
Scendiamo finalmente la scaletta e, dopo un ultima occhiata
alla nostra fedele macchina, quasi un arrivederci, io e il “maestro”,
con le inseparabili valigette e le borse coi lenzuoli arrotolati, ci
avviamo
verso il dormitorio, per un breve riposo....
Tra non molto ci attende il viaggio di ritorno……..
A. M.
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